Sul filo dorato che orla il lungo tappeto cammino, tentando di non calpestare il sacro rosso.
Dio.
Sfreg(i)o le mani per dissanguarle e riempirle d’elisir mistico e sudore.
Le perle scorrono sulla tela lentamente, indulgenti, severe come il trono vuoto che impera, impera davanti ad uno scorcio d’anima.
Armi e bagagli, questo rimane ad adornare il collo.
Perche’ non sia un cappio.
..svolte leggere come nuvole.
Lune che s’incantano ancora per accogliere l’incanto mai vissuto da chi alla luna non cede il sole, e non vede l’oro trasformarsi in fulgore bianco, ne’l’alone che circonda ogni punta di ogni stella.
Eppure e’ un passo lieve, non una favola.
Anzi una piroetta, una danza, un pensiero vile che costringe i muscoli del viso a far scivolare via una lacrima.
Cosi’ stringo al petto un’idea da regalarmi quando corro a draiarmi sulle lune.
Da sola, cosciente del fatto che miriadi di astri appartenuti alla terra, adesso mi appartengono pur essendo composizioni sulle pupille, e nient’altro.
Le amo come si ama la mano eterea che, sotto forma di vento, accarezza i capelli di un bambino.
like it.
Formattazione perfetta, sono commosso.