21
Set
2010

Un altro scacco matto, Sir.

Quello era lì, con le sue mani eleganti e il suo fare educato. Ho sempre odiato il suo aplomb, d’una raffinatezza melliflua quanto arguta, forse l’unico aspetto di lui che invidio.
Mi mostrava una pietra di cui conoscevo il prezzo, se qualcosa di inestimabile ne possiede uno.
La solita proposta innocente o indecente a seconda della risposta.
 E la solita risposta.
Dovresti esserci abituato, mi dico.
Ma no, rubare l’amore degli altri per farne oggetto di ricatto è un tuo asso nella manica e ci caschi sempre, come quei vecchi attori che provano e riprovano la stessa parte da decenni come se avessero timore di perdere la memoria e ritrovarsi improvvisamente senza mestiere, senza applausi, senza pubblico.
Io sono uno dei tuoi spettatori esattamente quanto tu lo sei di me, la differenza sta nel fatto che l’attore sei solo tu perché a me non spetta persuaderti di nulla.. ma ti piace lo stesso osservarmi e stuzzicarmi. Ti annoieresti senza di me, di noi.
La risposta è no, come sempre e come sempre la tua vittoria e’ tragicomica, perché tragicomico e’ ogni serpente che possiede savoifer.. insomma è come possedere la dottrina di un grande sapiente ma non avere abbastanza spazio nel cervello per ospitarla, è comico  capisci?
Oh beh..in fondo la mia sconfitta mi diverte più della tua vittoria,e non e’ poco.
Solo che.. lo spazio azzurro tra le fenditure delle nuvole sembrava avesse formato un cuore ma poi era una V.
Ed era la mia.
In ogni caso.
Come sempre.

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