19
Nov
2011

Transenna

Serrato dalle dita intrecciate lo suardo, muto, fiero, ambiguo.
L’arancione e’ un sintomo o un’allegoria, o forse, solamente pa rte del paesaggio, se cosi’ si puo’ chiamare.
Ma poi la volta celeste.. tubolare, impietosamente splendida.
La cognizione el tempo va a farsi benedire ed io sono, come sempre, una domanda che non vuole troppe risposte, perche’ queste non siano lo specchio di mille specchi, ma che restino invece una semplice perecezione.

E’ bello quanto inquietante, e’un vestito che lascia nudi o una nudita’ che riveste d’infiniti colori l’anima, se cosi’ si puo’ chiamare.
Gli occhi hanno dei limiti e bisognerebbe esser ciechi per poter vedere davvero, in certi casi.
Il metronomo segna il tempo, aguzzino, sofferto, soffocato dalle note che anch’esse, sembrano sentirsi in trappola ad ogni cadenza.

Meravigliosamente sola, di quella solituine che mette il corpo sull’attenti affinche’ i sensi moltiplichino le loro doti e riempino l’universo di un canto che e’ come una preghiera, tutto sommato.
Si prega solamente ricevendo l’immenso a volte, ma per pura incapacita’ o per egoismo, rimane racchiusa dentro , mentre vorrebbe straripare per pura liberta’, o cinica generosita’.

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{One Response to “Transenna”}

  1. domenica e molto, molto silenzio.

    lameteora

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