03
Nov
2010

Ei Fu. All’ombra dei cipressi e dentro l’urne.

Fatto sta che non c’è più. Desaparecidos. Che TU sia un’idea, una cosa, una bestia, con il tuo silenzio mi tradisci. C’eri e non ci sei più. Stavamo insieme, io e TU.
Ma riappari. Anche se non ti voglio. Soprattutto se non ti voglio. Corsi e ricorsi storici. Ma vorrei andare avanti, non ricorrere. O, meglio, riNcorrere. Perchè mi fai sentire deriso da una prepotente impotenza che mi irrita il sistema nervoso. Cioè: o bianco, o nero. Se vuoi scomparire, esci fuori definitivamente anche dalla mia testa.
E invece no, stai lì che zompetti allegramente.
Non sai quanto vorrei ridurti in polvere. E seppellirti.
E se sparissi io? (di una morte artefatta?) Giochiamo un pò a nascondino. So già che finiremo per perderci tutti. Saremo compagni del niente.
Finchè arriverà lui: Limoncè. Chi c’è c’è, chi non c’è non c’è. Mi pare logico.
Sinceramente? Sprecarlo non mi pare il caso.

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{3 Responses to “Ei Fu. All’ombra dei cipressi e dentro l’urne.”}

  1. avrei potuto scrivere se io sono io e tu sei tù chi è scemo io o tù?, però adesso ti aspetti qualcosa di più profondo; la verità è che è una cosa talmente tra te e te che non posso aggiungere una sillaba di più ecco

    anitagrey
  2. l’alcol non risolve i problemi…
    neanche le dissociazioni.
    sebbene il limoncello possa risolvere almeno una serata…

    scarlattina blu
  3. Un’idea che ho avuto per molto tempo è questa: uno scrittore è tale quando scrive qualcosa in cui ognuno di noi può immedesimarsi.

    gasparecido

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