17
Set
2010

terapia di coppia

Quasi scoppiai a ridere quando la vidi entrare nella stanza. La porta era chiusa dall’interno a doppia mandata, e lei era ricoperta di sangue. Sangue raggrumato sulle labbra e sul taglio degli occhi, croste porpora e nere le frantumavano la pelle sullo zigomo destro e all’attaccatura dei capelli, biondi, secchi, spettinati. Le sue labbra, così vivide, erano ancora più attraenti. Il suo ventre piatto stirato tra le ossa del bacino, rigato da lacrime rosse che ne marcavano le curve, si lasciava intravedere in trasparenza sotto la vestaglia chiara, ora sporca e ingiallita.
Era bellissima, quella puttana. Dio, quanto la amavo.
Era davvero un peccato che fosse morta, ma non avevo scelta: avevo dovuto, ucciderla. O forse non l’avevo uccisa io, ma che importava? Nessuno se l’era chiesto, nessuno me l’aveva chiesto, e io non avevo neanche mai avuto intenzione di pensarci.
Facilmente si va avanti. Oppure si può mandare avanti solo il corpo.
Il corpo. Il suo. Così vuoto, così freddo. Prima, dopo, adesso.
Così dannatamente stupendo. Avrei voluto distruggerla, strapparle via con le unghie i lineamenti dal volto, la carne dal corpo. Avrei voluto strapparle via l’illusione dalla magìa, per renderla quello che era, semplicemente un morto che cammina.
Invece lei era lì, in piedi, davanti a me; come se avesse voluto prendersi cura di me un’ultima volta, affogare i miei problemi sconosciuti nell’oblio dei suoi, per dimenticare tutto, e ritrovarci solo noi, io e lei, in uno spazio indefinito che puzzava di chiuso, solitudine e – sì – pace. Al di là della realtà, della sua bellezza, della mia disperazione, dei nostri piccoli mondi vagabondi nel cosmo.
In quei pochi istanti eravamo solo io e lei, il resto dell’esistenza si era sciolto in una risata sotto una campana di vetro. Dal fondo delle sue pupille si arrampicava un urlo inesprimibile, un urlo che chiamava tutta l’aria del pianeta, tutta la rabbia della vita, che spazzava il mio passato dai ricordi più caldi a quelli meno importanti -quando io, ero meno importante. Non feci nulla, nulla avrei potuto fare, tutto quello che avrei voluto fare non erano altro che sensazioni, e tutto quello che pensavo non erano altro che emozioni, e la mia mente stava lavorando freneticamente per allontanarmi ancora una volta dalla verità ferina e semplice. Sentii un’onda di calore lungo la coscia.

Quando mi svegliai il mattino dopo avevo un buco che mi trapassava il cranio e il mio cuore non batteva più.
Ma non dimenticherò mai quanto era bella.

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{One Response to “terapia di coppia”}

  1. complimenti!!! bellisimo pezzo!

    micaos

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