07
Mag
2012

Dentro e fuori, come scatole cinesi

La luna buca il cielo squarciandolo col suo bagliore bianco apertosi a Nord-Est della volta celeste.
La terra inumidisce, si bagna lentamente, in quel processo che dura ore, eterno.
Ed è su quel corposo terriccio che l’osservatore si sdraia, stende le mani dietro la nuca, respira, attento come un gatto mentre la sua preda è lì.
Raggiungerla, come trampolino usare la mente, gettandosi in quell’inumano quadro, sua arma l’immaginazione.
La Luna non lo teme, guarda il giovane uomo perdersi nel titanismo del buio, tra i lumini della notte.
È senz’altro la Terra, questo pensa l’essere dietro il vetro della sua cabina, attirato nel gravitare muove verso di lei, porta con sé la sua prima donna: entità, solitudine spartana, priva di regole, ricca d’onori, le tende la mano, contempla il tutto da un girone senza suoni, insieme a Lei
che non ha voce, non tocca, non scalda, nutre e si lascia nutrire.
Il primo osservatore non sa dell’altro, eppure è nella sua direzione che punta quell’indefinibile soffitto, enorme, non si lascia racchiudere. -la mente non lo contiene, non ha spazio per il cielo-, questo si dice il giovanotto, mentre scopre il libero, ed è l’armonia a sciogliergli il guinzaglio.
-Non potrei mai vivere, fuori dal mondo-, continua poi.
Vede solo un cielo e si crede roccia, guarda una luna e si riempie il cuore, al sole, povero ingenuo, si rende conto di non avere gli occhi per vedere, ma è un attimo, basta l’odore dell’immenso, certo è solo un cane che fiuta l’intimo di un’altra bestia, non coglie, non sa.
Sopra il cielo invece la cabina continua a muovere, la cosa là dentro è certo un uomo, solo pensa un po’ più su, costretto in due metri quadri, sua unica feritoia al mondo il vetro, corridoio da cui attinge, osserva: incidenti, traiettorie, punti di contatto, esplodono le stelle, vede luce, muovono i giganti, li rincorre al buio e a tutto quel che non capisce dà amore.
La gravità terrestre cattura la strana ferraglia, attraendola, -se torno sulla Terra sono spacciato ed io non voglio, ho fatto di tutto per lanciarmi, non voglio tornare. Finirei il mio viaggio, ritornerei a guardare il cielo steso su un prato e di questa terrificante bellezza resterebbe solo il ricordo,
ho passato una vita oltre il Cielo. Non posso tornare-
Se è vero che esiste un finale, moriranno entrambi.

Perdetevi senza fretta

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{One Response to “Dentro e fuori, come scatole cinesi”}

  1. Mi sa che sta cosa dei cani t’ha dato in testa.

    gasparecido

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