Forse stai per dire che devo dedicarmi ad amare
E io ti risponderò che ci provo dalla prima parola che ho scritto
Era “sole” o “rana” o “morte” non ricordo
Aveva a che fare con l’evoluzione
Forse era “mare” o un complicato “io” o “forse”
Ma forse non dirai niente
Se pensi davvero di non entrare nei pensieri di nessuno
Chiedo e mi sei già sparita fra le dita
Che da sole rispondono sempre a ogni domanda errata
Con la stessa maledettissimamente giusta risposta
Io in fin dei conti non li ho mai letti i filosofi per non tradirne le intenzioni
E tu in fin dei conti sei sempre stata nella sfera del mio saperci vivi
E dunque morenti
Sei come il Big-One
Una previsione imprecisa ma inesorabile
Scaturirai da me con enorme e finto dolore del mondo moderno
Io sono la faglia di Sant’Adrea
Ucciderò altri Santi e tutti gli Angeli di questa terra ingrata a se stessa
Proprio come me
Che credo che la poesia si sia fermata ai falò antichi da sempre
Immobile a quel calore di fiamma e a quei visi caldi quasi uguale
Altruisticamente l’unica conoscenza che vorrei carpire
Prima del totale disfacimento della realtà e dello
Svanire fra dita di demiurgo
È sapere
Cosa si prova a sentirsi desiderati
Anche se sono consapevole che sarà l’autoinganno della mia ricerca di un preciso
Momento
Perfetto
A ucciderci tutti