unisonosuono


19
Nov
2011

Transenna

Serrato dalle dita intrecciate lo suardo, muto, fiero, ambiguo.
L’arancione e’ un sintomo o un’allegoria, o forse, solamente pa rte del paesaggio, se cosi’ si puo’ chiamare.
Ma poi la volta celeste.. tubolare, impietosamente splendida.
La cognizione el tempo va a farsi benedire ed io sono, come sempre, una domanda che non vuole troppe risposte, perche’ queste non siano lo specchio di mille specchi, ma che restino invece una semplice perecezione.

E’ bello quanto inquietante, e’un vestito che lascia nudi o una nudita’ che riveste d’infiniti colori l’anima, se cosi’ si puo’ chiamare.
Gli occhi hanno dei limiti e bisognerebbe esser ciechi per poter vedere davvero, in certi casi.
Il metronomo segna il tempo, aguzzino, sofferto, soffocato dalle note che anch’esse, sembrano sentirsi in trappola ad ogni cadenza.

Meravigliosamente sola, di quella solituine che mette il corpo sull’attenti affinche’ i sensi moltiplichino le loro doti e riempino l’universo di un canto che e’ come una preghiera, tutto sommato.
Si prega solamente ricevendo l’immenso a volte, ma per pura incapacita’ o per egoismo, rimane racchiusa dentro , mentre vorrebbe straripare per pura liberta’, o cinica generosita’.

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19
Giu
2011

Magma

Sul filo dorato che orla il lungo tappeto cammino, tentando di non calpestare il sacro rosso.
Dio.
Sfreg(i)o le mani per dissanguarle e riempirle d’elisir mistico e sudore.
Le perle scorrono sulla tela lentamente, indulgenti, severe come il trono vuoto che impera, impera davanti ad uno scorcio d’anima.
Armi e bagagli, questo rimane ad adornare il collo.
Perche’ non sia un cappio.
..svolte leggere come nuvole.
Lune che s’incantano ancora per accogliere l’incanto mai vissuto da chi alla luna non cede il sole, e non vede l’oro trasformarsi in fulgore bianco, ne’l’alone che circonda ogni punta di ogni stella.
Eppure e’ un passo lieve, non una favola.
Anzi una piroetta, una danza, un pensiero vile che costringe i muscoli del viso a far scivolare via una lacrima.
Cosi’ stringo al petto un’idea da regalarmi quando corro a draiarmi sulle lune.
Da sola, cosciente del fatto che miriadi di astri appartenuti alla terra, adesso mi appartengono pur essendo composizioni sulle pupille, e nient’altro.
Le amo come si ama la mano eterea che, sotto forma di vento, accarezza i capelli di un bambino.

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08
Giu
2011

Pegno d’amore

Sperperiamo dolori e gioie adagiandoli come petali sui nostri corpi indifesi, tremanti di fronte a quel che la notte dei tempi tenta di definire.
Non c’e’ definizione alcuna se non la contrazione di due anime che si comprimono nella stessa gabbia nonostante non vogliano altro che ..
l’amore
ci ha scelti per suo convincimento di nostra inconsapevole forza, oh! noi siamo stati e saremo solo folle complicatezza aliena su una terra di false promesse
Per questo non te ne faccio nemmeno una,no.
Di certo sarebbe invidiosa del suo stesso giuramento e ci ferirebbe con le sue unghie affilate da strega che gioca anche sull’altare di due giovani sposi.
No amore mio…
non tentiamo la sorte con le certezze, ma continuiamo a spargere petali e versare sangue l’uno sull’altra per poi curarci a vicenda con l’irruente tenerezza di fragili esseri che
si svegliano
e scoprono il braccio forte che cinge sul suo petto la piccola testa di una piccola donna
e rinnovano la paura
di non poter sopportare una vita senza l’altro.
Non sono piu’ forte di te, sono la piu’ vile.
Sei tu quello che ha il coraggio di Uomo
e lotta senza ritegno ogni volta che tento di scappare da questo amore, cosi’ grande da illudermi di poterlo nascondere in uno scrigno e serbarlo per la notte dei ricordi
Sei l’angelo custode della mia follìa che non diverra’ la tua
Oh no! non saro’ la tua follìa
questa e’ l’unica promessa che ti faccio.
Ti amo adesso, così,semplicemente.
Domani non so, lo sa chi ci ha reso vittime dei nostri sguardi,quel giorno
che due strane creature si sono intuite mentre il destino giocava a far il padrone di due schiavi.
Nonostante noi.

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01
Giu
2011

Tornano

Suoni conficcati tra le luci, lottano per superare l’abbaglio precedente
Scuotono la pace risucchiandola nella radura, gravida di note pensuli
Appese, ognuna attende un verso
Segna il passo del guerriero, ma troppo lieve per essere virile allora continua a reggere i pensieri credendoli fiabe
Ascoltare fiabe per non contendersi la vita
Prossimo vento e prossima ventura calera’ lenta come una goccia sulla guancia
Chissa’ se sara’ una lacrima di resa o vittoria. Teme, l’infantile pretesto quasi quanto lo ama. Percio’ non sentira’ nulla se non i suoni conficcati tra le luci giocando con gli angeli e ferendosi coi demoni
Amante bizzarra di lune e chimere sprona il mare ad infliggerle visioni di romantico ciarpame giacche’ esse rivelano solo folle di umane miserie e aspetta rannicchiata il prossimo silenzio pregandolo di soffiare leggero come un pensiero bambino.

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14
Mag
2011

la precisa inesatezza dell’essere

Smettere di scrivere e’ rincoglionirsi nel paese dei balocchi scordandosi che scrivere e’ il balocco dei balocchi senza un paese e quindi senza territorio.

Amore mio, non posso cucirmi addosso qualcosa che non sono perche’ il ripetersi delle conseguenze della non essenza diventa un parametro e come tale e’ pura dimestichezza.Non sono fatta per le dimestichezze ne’ i parametri…sono cosi’ scevri dalle curiosita’ che abbassano il livello di guardia, o meglio,le difese immunitarie e un bel giorno ci si ritrova malati di normalita’.Le n-orme sono passi scaduti, come certi alimenti che diventano altamente tossici dopo un periodo ben preciso.Preciso capisci? …ed io voglio vivere della precisa inesattezza dell’essere.

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14
Dic
2010

Un chissa’ qualunque.

Chissa’.
Un chissa’ perfetto ,rotondo,corposo come un bicchiere di vino buono.
Seguendo i chissa’ mi ritrovo su strani temi filtrati dalla percezione ambigua, come tutti i forse.
Strano mondo dalle pupille al di sopra dei colori, al di sotto delle dita abbagliate dal neon, acquistato senza sconti come tutte le follìe.
Odio chi non conosce nemmeno un briciolo di sofferta follìa, eppure la declama come se la conoscesse.
Conosci tu Dio? e’ Lui che mi sta stretto nella scatola cranica fino a farla scoppiare nonostante la Bonta’.
E conosci la stranezza? quella vera intendo. Quella che si spinge sino ad oltrepassare limiti di cartapesta con punteruoli di diamante, quella che assume il volto di un’aquila che dispiega le ali come fendenti, per colpire l’estremo e tornare sotto le mentite spoglie di una donnina qualunque.
Spalancava gli occhi da bambina,vedendo cio’ che credeva vedessero tutti ed era giallina o viola, verdastra o bianco sublime.
Eppure non era così tachicardica la realta’, nonostante fosse fatta di milioni di altrove.
Chissa’.
Volevo essere un albero di piume azzurre che trasalivano d’emozione ad ogni bacio di vento e invece no, sono un torrente che trascina sassi e favole assieme i detriti buoni, annaspando ferocemente per non farsi seppellire da quelli nocivi, se cosi’ si puo’ dire.
C’eri tu comunque, al di sopra delle parti squartate e ingoiate dalle pupille, prima del digiuno.
Per questo ti decifro ad ogni luccichìo che invade i tuoi occhi, sia esso attinto da fonte di luce o tenebra.
I nostri insiemi sono costellati da laghi oscuri che esaltano il biancore assunto da un cielo annusato lievemente, per non morirne .
E che noia sorridere ad un mondo che attende un sorriso qualunque, fingendosi parte dell’universo ma che stringe sul petto un recinto d’acciaio, come fosse un mazzo di fiori di campo. Che si fottano.
Noi non ne saremo mai capaci, la tua corda sara’ la mia e la mia sara’ tua, da equilibristi che improvvisano i loro numeri da sempre, sciogliendo quei nodi che la volevano cappio.
Amore.
Se cosi’ si puo’ dire.

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27
Nov
2010

Lievi spostamenti d’aria

Il blu.
Mi stupisce ogni mattina, ogni volta che esco, ogni volta che stropiccio gli occhi assonnata in giardino di notte e mi pare assurdo leggerlo sempre come un cantico.
Poi, quando chiacchiera invadente imponendo la sua presenza tra noi è l’unico amante che condividiamo senza gelosìa alcuna, nonostante s’insinui tra i nostri sonni intrecciati, abbraccio tra gli abbracci, Pensiero divenuto goccioline di pioggia, compagno di nostre scorribande adolescenziali, nonostante noi.
Trattieni il respiro mentre mi assorbi con gli occhi, le frasi comuni appaiono d’autore, lo stesso, che per secoli ha cantato, ucciso, compiuto gesta inverosimili, ha reso i vili eroi e gli eroi dei vili.
Lo stesso che ruba la dignità o la rende a caro prezzo, lo stesso che spacca i cancelli ed entra violento o si apposta furtivo dietro una rosa rossa.
Lo stesso che ha il potere di mandare all’inferno o in paradiso, quello che fa sussurrare ‘ti amo’ a chi credeva di esser nato per urlare la voglia di non essere e crederci sino al punto di puntarsi una pistola alla tempia.
Ecco cosa ci è successo.
E Lui si sfuma nel viola di un’altra alba
rendendoci sacri
rendendoci unici
rendendoci lieve spostamento d’aria
tra le dune di un deserto popolato solamente dalle nostre
dita
sinuosamente
intrecciate.

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26
Nov
2010

Indietro

Siamo il futuro accucciato tra le foglie di un albero che ostenta la saggezza del presente
nascondendoci spiamo il cielo
riflesso del riflesso di un ricordo mai assopito
e nemmeno riaffiorato.
Il cielo sembra l’onnipresente miraggio e aspetta anche lui
sornione
ogni sobbalzo dell’anima trasformandosi ora in un mostro che m’illude di esser finalmente divorata
ora in uno schermo gigante capace di capolavori spettacolari e fantascientifici
ora in santità.
Io, piccolo segno del mio destino
sono terrorizzata dalle catene umane
mentre le catene surreali nutro e di esse
mi nutro e mi avveleno
spalancano le fauci sulla testa coperta dalle mani
e nelle mani
solo un muscolo si muove, quello del guerriero che ha come costante la forza del caos.
Non posso essere una donnina capace di guardare in faccia l’amore io
perché sono troppo fragile per saperlo tenere alle dovute distanze
allora vorrei essere la spugna che cancella ogni istante di felicità
e poi
ridisegnare qualcosa di nuovo che come sempre si ripete
e vorrei scappare via, via
fino a raggiungere la mia foresta
ed io
mio castello incantato
dove vive la bambina che non smette di rendersi schiava dei suoi sogni.
Aiutami a non scappare via ancora una volta.

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21
Ott
2010

Il potere della regola.

Forse e’ finito il tempo, nobile eccesso dell’anarchia, tutore della mia anima sbattuta al fronte di guerra contro il caos.
Forse la sublimita’ e’ solamente una banale idea innalzata all’infinita potenza e creduta incredibile da chi non aspetta mai niente se non la responsabile dittatura del pensiero unico moltiplicato o clonato, distribuito generosamente da chi ne fa uso proprio per abuso di menti altrui, in pre-com(ic)a.
C’e’ che e’ cosa buona e giusta giustificare l’inappetenza per la  luce propria e la voglia di brillare per merito di un astro asfittico, ah si fa bene al buoncostume prendersi la briga di mandare al diavolo la disobbedienza così… così out.
La mia base riceve impulsi che derivano da note dissonanti, così dissonanti da considerare l’irresponabilita’ delle mie azioni come inoperose visite di cortesia da parte di una coscienza che sballa, sballa e ride e piange guardandosi intorno e dimentica che la via buona e giusta e’ quella del non pensare.
Ibrido.
Brivido.
Ignavia.
Follìa.
..Follìa?

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11
Ott
2010

Di venali astrattismi.

L’arpa era enorme e arrivava fino cielo. La voce mi chiese a cosa avrebbe potuto servirmi e aggiunse che avrei dovuto scegliere un’altra carta che regalava qualcosa di meglio.
“No, voglio questa..cosi’ sono sicura che nessun essere umano potra’ mai suonarla”.
E’ strano giorovagare tra le corde che sembrano immensi tronchi senza rami ma che  parlano ad ogni passo e ad ogni passo pare di calpestare l’infinito.
Sono stronzate…e’ una stronzata la vita,la morte,la poesia,le mani che applaudono, stringono, pregano, una scopata, un atto dovuto, una concessione, un privilegio raro, un sogno realizzato.
I sogni realizzati sono come quei film’s visti dopo aver letto il romanzo, deludono quasi sempre..i sogni non pretendono niente e bisognerebbe rispettare la loro indole libera.
Ma no, non hai voluto.
Hai voluto trasformarmi in limitatezza  dimenticando che io sono astratta..
Adesso mi guardi  come se fossi una bugia. Hanno le gambe corte le bugìe,dicono.Per questo ancora una volta ti sbagli…io non ho gambe e nemmeno ali,non sono angelo nè sequoia,ne’tutto quello che credi di sapere di me ,sono la derisione che sfotte il mondo amandolo come nessuna serieta’ sa fare , ecco cosa sono;Ed ancora una volta tu sei qualcuno che impazzisce nel tentativo di capirmi..ed io lascio cadere una lacrima nella terra di nessuno.. perche’ tu non possa raccoglierla.
Mai.

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