26
Nov
2010

Indietro

Siamo il futuro accucciato tra le foglie di un albero che ostenta la saggezza del presente
nascondendoci spiamo il cielo
riflesso del riflesso di un ricordo mai assopito
e nemmeno riaffiorato.
Il cielo sembra l’onnipresente miraggio e aspetta anche lui
sornione
ogni sobbalzo dell’anima trasformandosi ora in un mostro che m’illude di esser finalmente divorata
ora in uno schermo gigante capace di capolavori spettacolari e fantascientifici
ora in santità.
Io, piccolo segno del mio destino
sono terrorizzata dalle catene umane
mentre le catene surreali nutro e di esse
mi nutro e mi avveleno
spalancano le fauci sulla testa coperta dalle mani
e nelle mani
solo un muscolo si muove, quello del guerriero che ha come costante la forza del caos.
Non posso essere una donnina capace di guardare in faccia l’amore io
perché sono troppo fragile per saperlo tenere alle dovute distanze
allora vorrei essere la spugna che cancella ogni istante di felicità
e poi
ridisegnare qualcosa di nuovo che come sempre si ripete
e vorrei scappare via, via
fino a raggiungere la mia foresta
ed io
mio castello incantato
dove vive la bambina che non smette di rendersi schiava dei suoi sogni.
Aiutami a non scappare via ancora una volta.

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  1. Devi farcela da sola.

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