21
Set
2010

sono albero, sii albero

-Oggi è il mio compleanno!-
-Sai quanto ce ne frega!

-Ma và, che scherzavo, minimbecille! Viè qua!-

Michele era un bambino non troppo sveglio che viveva in una comunità di hippies autoconfinatasi alla periferia di una città di periferia pressochè sconosciuta.

Michele piangeva. Piangeva per qualsiasi cosa. Piangeva così tanto e così facilmente che quando qualcuno prendeva troppo a cuore una questione che in effetti era davvero di minima rilevanza, tanto da non importare nemmeno al diretto interessato, si usava dire “preoccuparsi per Michele”.
Ogni tanto qualcuno di buon cuore (come il tizio con i basettoni grigi e la pipa sempre in bocca ma mai fumante che si faceva chiamare Zio Tauro) intratteneva un pò Michele, così che non rompesse le palle al resto della comunità; dal momento che Michele di genitori non ne aveva. Non si sapeva nemmeno come fosse arrivato lì, nessuno se l’era mai neanche domandato in realtà, per cui anche se qualcuno aveva visto qualcosa sarebbe stato sepolto con questo inutile segreto. Semplicemente, un giorno Michele era lì, dietro il camper di Maria. Che piangeva.
Maria era una donna sulla quarantina, dai capelli di molti grigi, secchi e lunghi; per questo i ragazzini le davano della megera, al che lei rimbeccava con un signorile VAFFANCULO, tirandogli dietro una secchiata di spazzatura.
Come avrete immaginato, Maria non era il tipo che, come si suol dire, “si preoccupava per Michele”; quindi quando lo trovò dietro casa sua si limitò a prenderlo in casa e dargli da mangiare e lasciarlo deambulare in giro come gli pareva quando ne fosse stato capace.

Quel giorno, che Michele sosteneva fosse quello del suo compleanno (sicuramente gliene avevano parlato i ragazzini per farlo imbestialire), Zio Tauro lo chiamò vicino alla sedia disastrata su cui passava i suoi giovedì pomeriggio, e lo fece mettere a sedere con un autoritario ineluttabile cenno della mano. Michele stava sempre col broncio, come se qualunque cosa del mondo fosse fatta per fare un dispetto a lui: con soggetti del genere solo la dittatura non è deleteria.

– Immagina di mandare gli occhi all’indietro. Non in su o in giù, ma dentro, mi capisci? Dietro. Adesso chiudi le palpebre e tira gli occhi più in dietro possibile, trattienili finchè non smettono di farti male, rilassati. Ti senti tranquillo? Va bene. Adesso smetti di essere. Nel senso, non pensare. Non pensare a te o quello che devi fare oggi o cosa c’è per pranzo. Immagina di essere il nero nel nero che vedi.
Ascolta la mia voce come fosse il tuo battito, il battito dell’universo.
Immagina i contorni bianchi di due ovali messi in verticale. Avvicinali fino ad avere due imbuti specchiati che continuano l’uno nell’altro. Quello è un canale in cui può scorrere la tua vita. Creane tanti, uno spazio tridimensionale di piccoli vasi comunicanti. Non c’è bisogno che ne immagini la geometria. L’importante è il concetto. Tubi comunicanti , dall’alto in basso, nel vuoto. Sentiti percorrere all’infinito da questi tubi, dal centro della testa alle punte dei piedi, mille piccoli capillari di luce, li vedi? Li senti? Proteggili, costruisci intorno una parete dura per quei fili così eleganti, così delicati. Immagina che il tuo corpo sia una dura corteccia insensibile che protegge i tuoi fili. Una dura corteccia che attutisce il caldo e il freddo, che isola il tuo interno. Adesso immagina un liquido freddo, come fosse cristallo liquefatto, che parte dal centro della tua testa e attraversa i mille capillari che ti percorrono ogni lembo del corpo, in tutte le ramificazioni, con un accordo di arpa per ogni capillare, dove le note sono i nodi di incontro tra due capillari che si dividono…. una scala di ghiaccio che ti  percorre dall’alto il basso… e… e…. hhhh…h..

Non riuscì a finire il suo delirio, il povero Zio Tauro, che fu stroncato da un attacco di cuore, pace all’anima sua.

Ovviamente quel cazzone di Michele dormiva da dieci minuti.

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sono albero, sii albero, 8.5 out of 10 based on 4 ratings

{4 Responses to “sono albero, sii albero”}

  1. e io che volevo comprarti un libro di tecniche zen.

    gasparecido
  2. e io che volevo comprarti un libro di tuttologia!

    anitagrey
  3. Evidentemente… se lo stava immaginando pure zio tauro… per quello è morto

    il panda
  4. sono onorato di scrivere sullo stesso blog.

    piovaschi

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