28
Ott
2011

Spesso…

E inizia con un addio, <<ci rivedremo presto>>, così si pensava allora, ma le strade di notte sono buie e poco trafficate, i rumori si confondono, s’assottigliano, le macerie cadono, la città si spoglia e si fa invadente, vanitosa: ci scuote col suo laccio e ci toglie il respiro, lasciandoci spaesati, mentre la terra trema. È così che ci si perde, nelle vie, tra i segnali stradali, lì, su divani scomodi e letti scaldati d’altri corpi, in un giornale, ogni mattino, con qualcosa da fare, oppure nessuna. S’annusa il cambiamento, sempre imminente, sempre a due o tre centimetri da noi, respirando così l’aria che da esso ci divide, separati da metri cubi su metri cubi, e noi a nuotarci dentro, fino ad esserne esausti, perché questo cambiamento non arriva mai, oppure è già arrivato e continua! Il cambiamento ci prende a poco a poco, tutti i giorni, basta non pensarci. E arrivi al punto che non ci pensi più.
Ed ora la tua vita è in un blocco di pagine timide, prive d’inchiostro, imprecise, senza fango, senza troppi sussulti, senza le tue passioni, cancellate come i tanti errori ortografici, da una penna difettosa, incapace. Ricordi ancora come eri bravo nel perderti, annaspando inconsapevolmente nel niente, battuta la strada, facevi sempre ritorno a te, pronto a chiederti scusa. Di quel capitolo hai conservato poco se non nulla, vero!?
Inizia sempre con un addio, non che la gente ci creda sempre, delle volte risultano semplici formalità, e so che non sentivi le sue lacrime bagnarti il corpo quella notte, come del resto non badavi al suo cuore, né davi retta al tuo, troppo debolmente incoraggiato, lasciato esposto al sole, e al sale, si contorce rigido il vigliacco, pur di non essere ferito si ferisce da sé, tu e le tue manie!
Non t’ha cambiato il mito americano, né il Kossovo.
Non è stato un mitra, né il bombardamento alla stazione televisiva, non eri lì sotto, non hai visto cadere quei massi, l’unica pace che hai trovato l’hai alzata da sotto quei corpi, spezzandoti le unghie scavando, ma non è stato neanche questo; ormai la tua storia non la ricorda più nessuno, e chissà che la colpa non sia tua!
Hai semplicemente smesso di cercarti, così risolvi un problema, ti consegni alla stabilità, alla certezza, ma la vita è mutare, “il continuo muoversi”, rinnovandosi resta fedele a sé stessa, diversa ogni giorno, l’anima prende il corpo, gli suda sopra, si ritrae, poi ancora ritorna, imbrattandosi, vivendone il dissidio, lasciandosi toccare, compatendolo, poi accusandolo, ed, infine, scusandolo.
Ed ora hai tutto il tempo di pensare : Inizia sempre con un Addio, mentre chiudi gli occhi.

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