18
Set
2010

Il marito di Marta

“Marta, tutto a posto?”
“Sì, grazie, non ti preoccupare!”
“Ma non eri morta?”
“Sì, però adesso sto bene!”
“E tutti i manifesti, le comunicazioni, i fiori, il rinfresco? Che ci farete adesso?”
“Oh, sono errori che commette mio marito per la fretta di voler organizzare le cose: stiamo cercando qualcuno col mio nome che sia morta oggi per riciclare almeno i volantini.”
“E’ davvero una buona idea.”
“Pensa come mi vuole bene: due ore dal decesso ed erano già stati stampati!”
“Certo, un vero tesoro! Sai che a dirti tutta la verità sei un po’ palliduccia, ma per il resto…”
“E che fino a cinque ore fa ero morta, capisci? Non ci si può rimettere così in fretta.”
“Ma in fondo non si vede, sembra solo da tre ore, non di più. Non c’è da preoccuparsi.”
“Oh, io non mi preoccupo, è mio marito che è preoccupato: pensa che aveva già annullato le spese di tutta la settimana perché avrebbe campato con i resti del rinfresco. Che previdente! Un vero risparmiatore.”
“Ma, piuttosto, dimmi: Eleonora come l’ha presa?”
“Mi ha detto Carla che appena l’ha saputo ha subito telefonato all’Hotel Miramare per ordinare un pranzo per cinquanta persone questa domenica. Capito? Per festeggiare il mio passaggio in un mondo migliore!”
“Ma è davvero cara! E adesso?”
“Dicono che abbia disdetto. In fondo sono tornata in questa valle di lacrime, non c’è mica tanto da festeggiare, ti pare?”
Simpatici gridolini chiusero la conversazione, si erano riempite la bocca di mignon e alcune briciole caddero ilaremente sul pavimento, subito pestate da scarpe affamate.
Nel frattempo il marito distratto e prudente di Marta stava cercando di infilare nel frigorifero quanta più roba possibile, senza riuscire ad evitare alcuni commenti leggeri da parte degli invitati che sorridevano di disprezzo quando cercava di mettersi i pasticcini in tasca e cercando poi di spolverarsi via lo zucchero a velo che gli cadeva sul gessato nuovo, ultimo rammaricante acquisto fatto il giorno prima per quell’occasione speciale.
Il fatto era che questo povero marito non riusciva ad abbuffarsi, non riusciva proprio a mangiare, mentre vedeva tutti rimpinzarsi come maiali. Capiva soprattutto la moglie rimasta senza mangiare per due giorni e mezzo.
Ad un certo punto si sentì come più alto, più leggero. Tutto divenne confuso, non capiva più nemmeno una parola di quello che i suoi invitati e ospiti dicevano. Si accorse di fluttuare nell’aria e di passare volando su tutte le persone che erano lì e le vedeva divertite e sazie, allegre, spensierate. Avvicinandosi al catafalco della bara, la stessa che aveva contenuto sua moglie fino a qualche ora prima, notò che conteneva ancora qualcuno, qualcuno che la moglie in lacrime stava baciando. Anche gli altri ospiti erano tristi, chi in lacrime, chi abbandonato alla desolazione.
E che sarà mai successo? – pensò, simulando un certa dose di riservo e contegno, visto che non provava gli stessi sentimenti degli altri. Pensò anche che, forse, nessuno si sarebbe mai meritato simili manifestazioni di cordoglio, simili scenate di disperazione per una dipartita. Pensò che fossero esagerate fino a quando si rese conto che quello nella bara era lui.

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{3 Responses to “Il marito di Marta”}

  1. ma..ma…ma… MA!!!!!

    anitagrey
  2. anitagrey

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