15
Ott
2010

chi non ha un’essenza, non la può nemmeno perdere; chi non ha mai sentito il proprio nulla, non è nemmeno qualcosa.

la macchina inquadra l’obbiettivo. Parte il flash.
primo scatto: lei è vicino a lui, ma quasi non la vede,
il mondo trema, il cuore è in lutto e intorno nessun rumore.
secondo scatto: il divano è scomodo, la polvere si attacca ai vestiti,
una stufetta mal funzionante, in una casa diroccata, la campagna chiama,
il cielo è fermo.
terzo scatto:  lei è sopra di lui, i suoi occhi si confondono, dai muri volano
pezzi di intonaco, lui è nudo, il fumo riempie i vuoti, l’acido incomincia a fare
effetto.
quarto scatto:  le sue mani scorrono, e scendono, seguono il corpo, fa freddo,
e lui lo sa bene, lei  lo accompagna, lei non vuol sapere il suo nome, lui non la vede,
lui non la sente …
quinto scatto: è solo. Ha paura, non sa come prenderla, non capisce, è confuso,
sente che qualcosa non va, vorrebbe sapere, sente di non riuscire, prende forma,
perde se stesso di vista, l’obbiettivo allarga lo spettro, ma intorno il nulla.
sesto scatto:  lei non crede in dio, lui crede in lei, ma non la pensa ormai da
molto tempo, è un ospite che non sognava di dover accomodare, è un ospite di cui
nessuno sospettava l’arrivo.
settimo scatto:  l’immaginazione può tutto, in ogni tempo e in ogni circostanza,
la natura no, e lui lo sa, come sa che Dio è immaginazione … come è vero che non
esiste … incomincia a capire, inizia a vederla sbucare dall’ombra. Una tenue luce
attraversa i fori della persiana e la illumina. Lei è come al solito bellissima,
lui invece, come al solito, impreparato ai grandi eventi. La  guarda intimidito.
ottavo scatto: le campagne isolate, tra colline e grano e vento, sono un bel posto per sbattersi e
farsi fottere, e lui ne sembra fermamente convinto. Ormai non servono più gli occhi.
la testa si riempie, il cuore impazza, rischia lo stato di shock, dalla paura si passa al terrore
in un tempo infinitamente piccolo. Si rende conto  di essere piccolo, di essere nulla,
o forse, qual’cosina più di nulla. La stessa terra è qual’cosina più di nulla …
ecco come arriva il terrore; c’è forse sentimento che abbia più gusto!?
lei gli lecca le labbra, lui le si arrende con gran dignità, ma lei non sembra notarlo.
lei non crede in dio, e adesso neanche lui. Il cielo scatena la sua violenza, il freddo si fa sottile,
i tuoni  dimostrano la loro indiscussa autorità, i muri prendono fuoco, la campagna è cenere,
il divano sempre più scomodo, nella stanza nessuno respira più. I muri non separano più niente,
i muri non servono più a nessuno. Lei non da amore, lui per lei non è che una formica,
lei per lui è tutto, e di tutto è la fine.
nono scatto: il corpo non è che uno strumento nelle mani dell’uomo.  Non  appartiene che a lui,
ma ormai, lui, non possiede più nulla, per ovvie ragioni, neanche se stesso.
lei si offende all’amore, si irrita con poco, e a chi crede di conoscerla lascia il suo odio.
non serve sapere …
e nessuno arriva a lei e alle sue verità se non per lei.
il decimo è anche l’ultimo scatto … non c’è un dopo, ne un dove … qualcuno lo chiama Nulla
ma si sbaglia … il nulla esiste, e c’è chi lo conosce molto bene.
Del più importante dei momenti non resta che qualche foto, a immortalarlo, e, se  fortunati, qualcuno le vedrà, sempre che la pioggia faccia la sua parte,
ma questo domani …
oggi c’è solo una casa che brucia in aperta campagna.
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{4 Responses to “chi non ha un’essenza, non la può nemmeno perdere; chi non ha mai sentito il proprio nulla, non è nemmeno qualcosa.”}

  1. il titolo è una citazione di Ludwig Feuerbach, tratta da : L’essenza della religione.

  2. quello che scrivi mi piace al punto che quando sbagli ti prenderei a schiaffi.

    ‘qualcosina’

    anitagrey
  3. Il nulla non esiste,altrimenti non avresti potuto raccontarlo.

    unisonosuono
  4. punti di vista! 🙂

    micaos

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