E suonava quella cazzo di chitarra fregandosene del mondo, il quale,
ricambiava, eccome se ricambiava, e glie lo faceva capire in tutti i modi
possibili, come a dire: ma dove vai, ma torna a casa che qui non è posto
per te, ma lascia perdere, tu vai, vai! Ma lui niente, nulla, soltanto, suonava
fino all’inverosimile, fino a scorticarsi le mani, fino a sanguinare, e non glie ne
fregava un cazzo, di quello che pensava il mondo, o il vicino, o la madre … e dello
stato!? ma cosa glie ne poteva mai importare dello stato, che infondo per lui, quello, non è
che facesse poi molto! E allora vai, così, come gli capitava, e scorreva
lungo la tastiera, e perdeva le dita, e seguiva il ritmo. Qualche immagine in testa,
di pensieri, poi, di pensieri , non è che c’è ne fossero poi molti, qualcuno lo si intravedeva all’orizzonte,
fermo, qualcuno invece si perdeva nell’acqua, ogni tanto tornava a galla, ma infondo l’alcool
serve anche a questo, e allora lui beveva, e si ! Beveva , e poi ci suonava su …
come in sella ad una giostra, sbronzo, col culo su un giocattolo per bambini,
a far su e giù e pareva felice.
E perché non pensi a niente, glie lo domandavano spesso, anzi, meglio, si insinuava come dubbio,
come un dubbio,nella testa di chi credeva di conoscerlo,
ma lui, di parlare di se, non è che ne avesse tutta ‘sta voglia,
ne tantomeno che sentisse, poi, tutta ‘sta necessità e ‘sto bisogno di condividere il mondo che prendeva
forma nella sua “scatola cranica”. No, no, a lui andava bene così! Che li stava al caldo e
rimandava, rimandava sempre al dopo, e poi arrivava tardi, e quando ci arrivava, per quanto poteva
essere importante,lui, faceva spallucce, semplicemente spallucce …
come a dirsi da solo: ormai è fatta, dai su, non ci pensare!
Ormai era fermo, eppure, sempre in viaggio, tra una meta e l’altra, a parcheggiarsi su qualche divano da qualche suo amico di non so dove, a stare li per giorni, a dir parto, e finiva che trovava lavoro. A dare gli esami all’università, che se non stai in regola mamma e papà iniziano a farti domande, e lui non voleva trovarsi a dare spiegazioni. Ogni tanto ricompariva e finiva che restava, al suo civico, a godersi un po’ di normalità.
Qualcuno lo credeva speciale, ma era semplicemente annoiato. Considerava noiosi gli altri, e ancor più noioso se stesso … la società!? Tante piccole scimmie che saltano tra i rami, lanciandosi merda, nella più triste mediocrità! No, meglio in testa, li tutto funziona un po’ come vuoi, meglio in testa,
che tanto fuori piove e non ci sono santi, oggi si resta a casa! Meglio in testa!
Meglio continuare a suonare.