piovaschi

nel '97 ho visto un fenicottero rosa nella riserva naturale di Punta Aderci e nessuno mi ha mai creduto. nel 2010 un monitor ha cercato di entrare nella mia testa. ho rimediato 3 punti di sutura. il monitor non è sopravvissuto.


19
Set
2010

Soldato semplice Vaslav

All’alba del 1° gennaio 1945, nei pressi di Brno, il soldato semplice Vaslav Karopizvskij venne fucilato da una truppa di scoiattoli composta da una trentina di esemplari. Il soldato Vaslav cercava qualcosa da mangiare e aveva tentato sventuratamente di catturare Muffie, la scoiattola preferita del Capo degli scoiattoli incorrendo nella sua spietata vendetta. Ritrovato dai compagni tre giorni dopo, prima fu giudicato vittima di un singolare incidente di caccia, poi fu cucinato onde evitare altri incidenti di caccia.

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18
Set
2010

Il marito di Marta

“Marta, tutto a posto?”
“Sì, grazie, non ti preoccupare!”
“Ma non eri morta?”
“Sì, però adesso sto bene!”
“E tutti i manifesti, le comunicazioni, i fiori, il rinfresco? Che ci farete adesso?”
“Oh, sono errori che commette mio marito per la fretta di voler organizzare le cose: stiamo cercando qualcuno col mio nome che sia morta oggi per riciclare almeno i volantini.”
“E’ davvero una buona idea.”
“Pensa come mi vuole bene: due ore dal decesso ed erano già stati stampati!”
“Certo, un vero tesoro! Sai che a dirti tutta la verità sei un po’ palliduccia, ma per il resto…”
“E che fino a cinque ore fa ero morta, capisci? Non ci si può rimettere così in fretta.”
“Ma in fondo non si vede, sembra solo da tre ore, non di più. Non c’è da preoccuparsi.”
“Oh, io non mi preoccupo, è mio marito che è preoccupato: pensa che aveva già annullato le spese di tutta la settimana perché avrebbe campato con i resti del rinfresco. Che previdente! Un vero risparmiatore.”
“Ma, piuttosto, dimmi: Eleonora come l’ha presa?”
“Mi ha detto Carla che appena l’ha saputo ha subito telefonato all’Hotel Miramare per ordinare un pranzo per cinquanta persone questa domenica. Capito? Per festeggiare il mio passaggio in un mondo migliore!”
“Ma è davvero cara! E adesso?”
“Dicono che abbia disdetto. In fondo sono tornata in questa valle di lacrime, non c’è mica tanto da festeggiare, ti pare?”
Simpatici gridolini chiusero la conversazione, si erano riempite la bocca di mignon e alcune briciole caddero ilaremente sul pavimento, subito pestate da scarpe affamate.
Nel frattempo il marito distratto e prudente di Marta stava cercando di infilare nel frigorifero quanta più roba possibile, senza riuscire ad evitare alcuni commenti leggeri da parte degli invitati che sorridevano di disprezzo quando cercava di mettersi i pasticcini in tasca e cercando poi di spolverarsi via lo zucchero a velo che gli cadeva sul gessato nuovo, ultimo rammaricante acquisto fatto il giorno prima per quell’occasione speciale.
Il fatto era che questo povero marito non riusciva ad abbuffarsi, non riusciva proprio a mangiare, mentre vedeva tutti rimpinzarsi come maiali. Capiva soprattutto la moglie rimasta senza mangiare per due giorni e mezzo.
Ad un certo punto si sentì come più alto, più leggero. Tutto divenne confuso, non capiva più nemmeno una parola di quello che i suoi invitati e ospiti dicevano. Si accorse di fluttuare nell’aria e di passare volando su tutte le persone che erano lì e le vedeva divertite e sazie, allegre, spensierate. Avvicinandosi al catafalco della bara, la stessa che aveva contenuto sua moglie fino a qualche ora prima, notò che conteneva ancora qualcuno, qualcuno che la moglie in lacrime stava baciando. Anche gli altri ospiti erano tristi, chi in lacrime, chi abbandonato alla desolazione.
E che sarà mai successo? – pensò, simulando un certa dose di riservo e contegno, visto che non provava gli stessi sentimenti degli altri. Pensò anche che, forse, nessuno si sarebbe mai meritato simili manifestazioni di cordoglio, simili scenate di disperazione per una dipartita. Pensò che fossero esagerate fino a quando si rese conto che quello nella bara era lui.

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16
Set
2010

Carla e il serpente

“Carla? Puoi venire un attimo?”
“Ecco mamma!”
“Vieni per piacere?”
“Eccomi, cosa c’è?”
La vecchia donna aprì il forno per mostrare ciò che voleva la figlia vedesse.
“E che cos’è?” domandò Carla.
“Come che cos’è?, non lo vedi? È un serpente gigante.”
“Si ma non è nemmeno lontanamente cotto.”
“Infatti, puoi pensarci tu?” disse la mamma di Carla.
“Nemmeno lontanamente” ripeté Carla tra sé e sé “anzi, è molto più vivo di me.”
E le uscì una risatina isterica, aveva gli occhi ghiacciati e il sangue infuocato come il ventricolo di un vulcano. Fece un cenno al serpentone che prese a uscire dal forno srotolandosi per la cucina con tutti i suoi otto metri di strisciante presenza.
Carla non si poteva muovere. Nella sala da pranzo il nonno continuava a discutere con la nipote, la figlia di Carla, di come la zuppa era salata ma non troppo, in fondo passabile e come uno spicchio di aglio in più desse un sapore completamente diverso all’agnello al forno. Il serpente si era completamente srotolato e si avvicinava con circolare malvagità ai piedi di Carla la quale, con le mani al petto e in squamoso silenzio, guardava la madre di spalle intenta a lavare i piatti come se niente fosse. Carla guardò negli occhi il serpente il quale si sollevò in mezzo alla stanza, aprì le fauci e inghiottì la madre di Carla tutta intera, spugnetta insaponata compresa. Un piatto si frantumò per terra.
“Tutto bene in cucina?” domandò la figlia.
“Si si” rispose Carla.
“Comunque” continuò la nipote “l’agnello si deve mangiare ben cotto per essere digeribile, esattamente come quello che abbiamo appena mangiato.”
Il serpente non rimase lì a dimostrare il contrario.

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16
Set
2010

profilassi

chi ha concepito la concezione del concepimento immacolato come l’ha concepita?

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